UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE
Anno Accademico 2012 -2013
SCUOLA DI SCIENZE DELLA SALUTE UMANA
DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOMEDICHE SPERIMENTALI E CLINICHE
MASTER di PRIMO LIVELLO in
“SPECIALISTA NELL’OTTIMIZZAZIONE E NELLO
SVILUPPO DI APPARECCHIATURE DI RISONANZA MAGNETICA
ED ELABORAZIONE DI IMMAGINI IN AMBITO CLINICO E DI RICERCA”
L’evoluzione tecnologica in angiografia RM
Il ruolo della sequenza TrueSTAR
Riassunto
Lo sviluppo delle tecniche di Risonanza Magnetica ha avuto nell'ultimo decennio un miglioramento tecnologico, legato all'utilizzo di apparecchiature nuove e performanti, che hanno permesso la nascita di nuove sequenze, con lo scopo di rendere gli esami di Risonanza Magnetica più semplici da refertare per il medico radiologo.
In angiografia RM, l'esigenza di ottenere una migliore visualizzazione dei vasi e i problemi correlati alla somministrazione in alcuni pazienti di mezzo di contrasto a base di gadolinio, hanno dato una spinta ulteriore ad implementazioni scientifico-tecnologiche.
La recente implementazione, argomento di questo lavoro, è denominata TrueSTAR (Signal Targeting With Alternating Radiofrequency) ed è basata su sequenza Rapid Acquisition GRE – SSFP – Fid + echo imaging, chiamata TrueFISP dalla casa produttrice Siemens e sulla marcatura degli spin del sangue, grazie alla tecnica ASL (Arterial Spin Labeling).
Questa evoluzione ha permesso il raggiungimento di un'elevata risoluzione temporale dell'ordine delle decine di millisecondi, consentendo l'ottenimento di un'elevata qualità d'immagine paragonabile all'angiografia e all'angio TC.
L'utilizzo della tecnica TrueSTAR con gradienti bilanciati, permette di ottenere un alto SNR proveniente dai liquidi, con un contrasto intrinseco T2/T1. La preparazione della sequenza con la marcatura degli spin del sangue, fornisce una miglior visualizzazione dei vasi rispetto al fondo, accentuandone quindi il contrasto.
La sequenza consente di ottenere immagini con alto SNR e CNR, grazie ai miglioramenti apportati dalla sequenza TrueFISP, rimuovendo gli artefatti da flusso pulsatile con l'attivazione del gradiente di compensazione.
La risoluzione sul piano di questa tecnica è molto elevata, di 1-3 mm ed è inoltre possibile ridurre i tempi di acquisizione tramite l'utilizzo dell'imaging parallelo, scegliendo un appropriato fattore di accelerazione.
La possibilità da parte dell'operatore di poter utilizzare apparecchiature sempre più performanti, ha contribuito a migliorare le conoscenze nel campo delle applicazioni avanzate di Risonanza Magnetica.
Parole chiave
Angiografia RM, Arterial Spin Labeling, TrueSTAR, vasi sanguigni, gradienti bilanciati
Introduzione
Questo lavoro, che si fonda su un'evoluzione dell'angiografia RM, vuol dimostrare l'importanza e l'utilità di questa nuova tecnica di acquisizione.
Il contenuto è quindi a carattere scientifico-tecnologico e mette in risalto i vantaggi dell'impiego di questa nuova sequenza [1].
Il problema principale, che si verifica negli esami di angiografia RM, sia di tipo TOF che PC, è il raggiungimento di una risoluzione temporale e spaziale non sempre adeguata al tipo di indagine; riuscendo ad applicare, grazie alla tecnica ASL [1;3;11;15], l'utilizzo di impulsi di radiofrequenza, combinati con lo schema della sequenza TrueFISP, questa difficoltà è stata parzialmente superata [4-7] .
Un ulteriore scoglio è dato dallo scarso SNR intrinseco della tecnica, poichè l'impiego del metodo con un bolo di spinta aggiuntivo per ottenere una marcatura del sangue corretta, non è adeguato perchè il tempo in cui il sangue risulta marcato è troppo basso.
E' necessario quindi, utilizzare il sistema con boli di spinta aggiuntivi ad intervalli regolari, per ottenere una marcatura del sangue omogenea per un tempo prolungato, migliorando così il SNR finale [3;12].
Il segnale totale dato dalla tecnica ASL, è intrinsecamente basso, perchè si ha, una dipendenza dal T1 del sangue che fluisce nei vasi arrivando alla regione di interesse, una dipendenza dal T1 del tessuto e una dipendenza dal tempo di transito del sangue.
Per migliorare qualitativamente il SNR occorre perciò, eseguire molte ripetizioni.
Grazie a questa nuova sequenza è possibile avere molte informazioni dagli spin del sangue, servendosi dei vantaggi offerti dalla tecnica ASL, perchè dal flusso sanguigno in arrivo da una zona verso un particolare tessuto [9;17], è possibile evidenziare in maniera efficace eventuali patologie, quali malformazioni artero venose, aneurismi e tumori [1;8;9;10;17;18;19].
Lo scopo di questo lavoro è quello di introdurre e incentivare l'utilizzo corretto della tecnica TrueSTAR con il vantaggio ulteriore di diminuire notevolmente i livelli di SAR, poichè l'angolo e la durata degli impulsi di radiofrequenza vengono abbreviati [13;16;20].
In futuro, questa tecnica potrebbe diventare uno dei caposaldi delle applicazioni avanzate di Risonanza Magnetica.
Tecnica e metodologia
In aggiunta alle tecniche standard che si basano sugli effetti di TOF e PC, la RM è in grado di offrire un'ottima visualizzazione dei vasi, servendosi dei principi dell'ASL.
Con l'utilizzo di questa metodologia, inizialmente gli spin del sangue prossimi alla regione di imaging, vengono invertiti grazie al posizionamento di un piano di labeling, marcando gli spin stessi. Successivamente si ha un piccolo ritardo temporale, dopo il quale si ottiene l'immagine di labeling. Lo step seguente consiste nell'acquisire un'altra immagine, definita di controllo, dove invece gli spin del sangue non sono marcati.
Tramite la sottrazione delle due immagini, eliminando il segnale proveniente dai tessuti stazionari, abbiamo come risultato un'immagine pesata in perfusione.

Figura 1: Diagramma temporale della sequenza TrueSTAR [1]
La tecnica ASL viene distinta in due classi; la CASL (Continuous Arterial Spin Labeling) e la PASL (Pulsed Arterial Spin Labeling). A seconda della tecnica, il gradiente utilizzato per codificare spazialmente gli spin marcati, può essere applicato in due modi: nel caso della tecnica CASL viene applicato per tutta la durata del processo di “etichettamento”, al contrario nel caso della tecnica PASL viene applicato ad intermittenza.
Dopo gli impulsi di marcatura degli spin vascolari, si ha un tempo di intervallo che permette agli spin di trovare una posizione definitiva data precedentemente dal gradiente di codifica spaziale, prima che inizi la sequenza di imaging vera e propria.
Tra le due la tecnica maggiormente utilizzata è la PASL, impiegata in numerose applicazioni avanzate, tra cui proprio la sequenza TrueSTAR.
Il vantaggio di applicare lo schema della sequenza TrueFISP alla tecnica, consiste nell’eliminare gli effetti della disomogeneità del campo magnetico, grazie alla stabilità intrinseca della sequenza dovuta alla presenza dei gradienti bilanciati.
E’ necessario, per ottenere una buona qualità d’immagine, che il gap nello slab tra le fette non sia troppo elevato, in modo da evitare il contributo del rilassamento T1 degli spin del sangue, che introdurrebbe un’ importante perdita di segnale.
Per ottenere una visualizzazione migliore dei vasi rispetto al fondo viene di solito utilizzato un treno di impulsi di inversione selettivi all'interno dello slab di acquisizione; ciò aiuta a diminuire il segnale proveniente dal CSF e dai restanti tessuti stazionari, i quali darebbero altrimenti vita ad artefatti.
Analizzando qualitativamente un'immagine acquisita con la sequenza TrueSTAR, possiamo evidenziare che il contrasto risulta ottimale, l'immagine è priva di artefatti, con eccellente risoluzione spaziale.
Per quanto concerne le acquisizioni TrueSTAR 3D, si ottiene un SNR adeguato scegliendo un angolo di flip intorno ai 30°, combinando quest'artificio con l'utilizzo dell'imaging parallelo.

Figura 2: Flip angle ottimale per una sequenza TrueSTAR [1]
Per capire bene la struttura della sequenza è importante sottolineare che i tessuti stazionari non forniscono segnale, perché durante gli impulsi di radiofrequenza alternati, ricevono la radiofrequenza sempre allo stesso modo, mentre gli spin del sangue vengono invertiti, quindi raddoppiando l’intensità dei valori, si ottiene un segnale risultante elevato.
Il segnale inizialmente ha la massima intensità e man mano decresce quando il tempo tra la marcatura degli spin del sangue e la lettura del segnale aumenta, a causa del rilassamento T1.
Se parliamo di angiografia RM a sangue bianco, il bersaglio da marcare è dato dagli spin del sangue, se invece si tratta di angiografia a sangue nero, il target è dato dai tessuti stazionari, in modo che il fondo risulti iperintenso, mentre i vasi ipointensi.
Attraverso una scelta appropriata dello spessore del volume di marcatura, del ritardo tra la marcatura e la lettura del segnale del TR e del TE possiamo ottenere un’ottima visualizzazione della struttura vascolare in studio.
Per diminuire gli effetti delle correnti spurie dovute all’accensione e spegnimento repentini dei gradienti e mantenere l’effetto dello steady state, il gradiente di selezione combinato con gli impulsi di inversione, è applicato sia per le acquisizioni pari che per le acquisizioni dispari delle fette.
Se vogliamo utilizzare il parametro definito con il nome scientifico Non Square Field Of View e chiamato FOV phase della casa produttrice Siemens, per rettangolarizzare il FOV, mantenendo un’ottima risoluzione di contrasto e diminuendo il tempo di acquisizione, non è necessario servirsi delle bande di presaturazione, perché il segnale dei tessuti stazionari viene eliminato intrinsecamente dalla tecnica.
Figura 3: Illustrazione della tecnica STAR [4]
In un esame RM eseguito tramite la tecnica ASL si utilizzano due bobine; una invia l’impulso di radiofrequenza per la marcatura degli spin del sangue, l’altra ha il compito di riceverlo e di avviare la sequenza di imaging.
Il trasferimento di magnetizzazione, che provoca la saturazione delle molecole dell’acqua libera determinando una perdita di segnale e di contrasto nella tecnica CASL, non costituisce un problema nella tecnica PASL ed in particolare nella sequenza TrueSTAR, perchè gli impulsi di radiofrequenza sono inviati in modo alternato e quindi non viene dato tempo alle molecole di acqua libera e alle macromolecole di scambiarsi energia.
La sequenza TrueSTAR trova impiego in molte applicazioni RM su molti distretti corporei; i vasi cerebrali (in particolare il Poligono del Willis), i vasi del collo (in particolare le carotidi), le arterie renali e le arterie coronarie.
Per quanto riguarda l’imaging RM delle arterie carotidi, l’utilizzo della sequenza TrueFISP, combinata con la preparazione apportata dalla tecnica ASL, permette una rapido esame angiografico. Poiché il flusso all’interno delle carotidi è unidirezionale, la sincronizzazione della sequenza con ECG non risulta necessaria.
Figura 4 a, b, c: Sequenza e imaging con tecnica STAR [9]
L’esempio nell’immagine soprastante riporta l’acquisizione di immagini di scout del collo assiale e coronale. Il pacchetto viene posizionato sulla regione di interesse nell’immagine assiale, parallelamente alla biforcazione carotidea, ma perpendicolarmente al decorso delle carotidi stesse, secondo i principi TOF.
La regione di labeling, nella quale si inviano gli impulsi di radiofrequenza alternati, viene posizionata nell’immagine coronale, andando a coprire il cuore, l’arco aortico ed il tratto iniziale delle arterie carotidi. In questo modo gli spin del sangue che fluiscono verso la regione di interesse, ricevono gli impulsi di radiofrequenza, vengono marcati e forniscono segnale nell’immagine finale, mentre i tessuti stazionari verranno saturati.
La scelta del TI, che è definito l’intervallo di tempo fra l’applicazione degli impulsi di radiofrequenza alternati di labeling e il campionamento della linea centrale del k-spazio, diventa fondamentale per riuscire ad ottenere un segnale iperintenso dai vasi; TI lunghi permettono un flusso maggiore degli spin del sangue nella regione di imaging, ma il segnale proveniente dal sangue si riduce a causa del rilassamento T1 molto elevato.
Ovviamente anche il TR deve essere scelto oculatamente e di solito, non scende mai al di sotto dei 2000 ms, poiché altrimenti avremo la saturazione degli spin del sangue causata dall’intervento dei gradienti bilanciati, che permettono il recupero della magnetizzazione longitudinale.
Quando sfruttiamo la tecnica ASL, combinata con l’utilizzo della sequenza con gradienti bilanciati, dobbiamo tener presente che la durata del treno di echo non deve superare i 200 ms, altrimenti non riusciremo ad ottenere un segnale iperintenso dai vasi, perché i molti impulsi di radiofrequenza non potrebbero essere captati dal sangue che ha una velocità elevata e quindi esce velocemente dal pacchetto di imaging.
Per ovviare a questo inconveniente è utile utilizzare l’imaging parallelo, che diminuisce le linee di codifica di fase del k-spazio, in combinazione con l’half fourier phase enconding.
Per riuscire ad ottenere un CNR adeguato tra i vasi ed il fondo, è necessario che il tempo di labeling sia inferiore ai 900 ms, in modo che la sottrazione tra l’immagine con gli spin del sangue marcati e quella senza la marcatura avvenga correttamente ed in modo che la struttura dei vasi sia rappresentata nella sua interezza, perché il tempo in cui vengono invertiti gli spin vascolari si riflette sulla visualizzazione dell’estensione dei vasi stessi.
Nella tecnica TrueSTAR 4D, la preparazione della sequenza, che consiste nella marcatura degli spin ematici, viene accoppiata con lo schema dei gradienti bilanciati, che dà luogo ad immagini cine multifase, offrendo un’elevata risoluzione temporale e spaziale.
La preparazione della sequenza ha lo scopo di non disturbare l’innesco ed il mantenimento del fenomeno dello steady state, infatti ogni impulso di inversione è frapposto a due impulsi ά/2 tipici della sequenza TrueFISP, per mantenere il segnale della magnetizzazione, successivamente codificato dal gradiente di lettura a diverse fasi, imposte dal gradiente di codifica di fase. Viene applicato un impulso di presaturazione all’inizio della sequenza per eliminare il contributo di segnale dei tessuti di fondo.
Analizzando un esperimento condotto su uno scanner Siemens Tim Trio 3T, possiamo riuscire a capire l’importanza dell’ottimizzazione dei parametri in una sequenza TrueSTAR.
Il test è stato condotto comparando una sequenza TrueSTAR ed una sequenza
EPI Look-Locker, con riempimento del k-spazio di tipo segmentato con più di tre passaggi, essendo multiecho.
E’ stata utilizzata una bobina a polarizzazione circolare, dove il campo a radiofrequenza B1 è sempre perpendicolare al campo magnetico statico B0, specifica per la testa a 12 canali.
Allo studio hanno partecipato quattro soggetti di 25 anni.
Per entrambe le tipologie di sequenze sono stati usati i seguenti parametri:
Tabella 1: Lista di parametri [11]
L’esame è stato condotto in combinazione con l’impiego della sincronizzazione cardiaca tramite ECG. Sono state impostati 15 passi di codifica di fase ogni 52 ms, con il risultato di un tempo di scansione di protocollo di circa 6 minuti. L’operatore ha eseguito l’esame su un’apparecchiatura performante, quindi ha potuto impostare un fattore di accelerazione uguale a 2 servendosi dell’imaging parallelo con algoritmo GRAPPA (Generalized Autocalibrating Partially Parallel Acquisition), fornendo delle immagini con il vantaggio di diminuire i livelli di SAR e i tempi di acquisizione.
Tabella 2: Differenze di flip angle, SNR e CNR tra TrueSTAR e Look-Locker EPI [1]
La possibilità di scegliere TR e TE brevi, con un FOV ristretto, stressando molto l’elettronica dei gradienti ed in contempo l’isotropicità del voxel, ha consentito il raggiungimento di una risoluzione spaziale ottimale in relazione al tipo di indagine; infatti è possibile apprezzare dalla seguente immagine il dettaglio anatomico fornito dalla rappresentazione dei vasi, che compongono il Poligono del Willis.
Figura 5: Immagine MIP dell'acquisizione TrueSTAR con 52 ms di risoluzione temporale e 1 x 1 x 1 mm3 di risoluzione spaziale [1]
Come risultato finale l’acquisizione con tecnica TrueSTAR si è rivelata più efficace rispetto all’acquisizione effettuata con tecnica Look-Locker; infatti l’SNR ed il CNR dell’acquisizione TrueSTAR sono risultati maggiori del 39% rispetto alla versione Look-Locker.
Per riuscire ad eseguire un ottimo esame, inserendo nel protocollo una sequenza TrueSTAR, occorre che i gradienti dell’apparecchiatura siano di ultima generazione, ad elevate performance e ad esempio con i seguenti valori tipici: ampiezza media del gradiente = 0,78 mT/m, picco massimo del gradiente = 7 mT/m. Inoltre l’impulso a radiofrequenza inviato dalla bobina deve essere stabile, con valori intorno a B1 = 1.63 μT/m, essendo l’intensità dell’impulso di radiofrequenza sei ordini di grandezza inferiori rispetto all’intensità del campo statico B0.
Discussione
I vantaggi offerti dall’acquisizione tramite sequenza TrueSTAR sono notevoli rispetto alle classiche acquisizioni angiografiche che si servono degli effetti TOF e PC.
L’enorme vantaggio risiede nella totale cancellazione del fondo, essendo la tecnica stessa intrinsecamente di natura sottrattiva. Ciò, collegato alla riduzione degli effetti della disomogeneità del campo magnetico statico, grazie all’utilizzo dei gradienti bilanciati, comporta il miglioramento del SNR e del CNR.
In sostanza molti artefatti vengono eliminati. Uno tra essi e molto rilevante è l’artefatto a “tendina veneziana”, particolarmente fastidioso nelle acquisizioni TOF e comunque presente anche se si imposta il parametro MOTSA (Multi Overlapping Thin Slab Acquisition).
L’artificio ha la funzione di limitare l’artefatto, non di cancellarlo, perché l’acquisizione di più slab, contenenti alcune partizioni 3D embricate fra loro fra gli slab stessi, permette di raddoppiare il segnale che, proveniente dal sangue in entrata ed in uscita dalle fette embricate, viene misurato più volte; si ha comunque un leggero decremento di segnale, dovuto alla radiofrequenza che attraverso i propri impulsi, satura in parte gli spin del sangue di ogni slab, spanciando in parte negli slab adiacenti, a causa della sovrapposizione.
La tecnica TrueSTAR fornisce i migliori risultati con l’acquisizione di un unico slab di imaging su tutto l’encefalo con spessori di fetta sottili e voxel isotropico; in tal modo l’artefatto a “tendina veneziana” viene pressoché eliminato.
Figura 6: La prima riga in alto mostra immagini acquisite con tecnica TrueSTAR. Notare l'assenza dell'artefatto a tendina veneziana [10]
Inoltre, per ridurre gli artefatti da saturazione da flusso, molto evidenti soprattutto nella periferia del k-spazio, è risultata fondamentale l’implementazione che consiste nell’utilizzo di impulsi selettivi di inversione adiabatici, che non permettono scambi di energia fra gli spin del sangue e quelli dei tessuti stazionari, prima che gli spin del sangue entrino nello slab di acquisizione.
In futuro, la tecnica TrueSTAR potrà essere ulteriormente sviluppata attraverso il miglioramento della forma d’onda di questi particolari impulsi.
Per ottenere un’ottimale inversione degli spin ematici che fluiscono verso lo slab di acquisizione, è possibile apportare miglioramenti alla tecnica, facendo si che, dopo ogni impulso alternato, la fase degli spin del sangue sia sempre la medesima rispetto a quella degli spin stazionari: non deve esserci mismatch, altrimenti si possono verificare errori di registrazione lungo la codifica di fase, che alterano poi di conseguenza la lettura del segnale. Il segnale risultante non risentirà degli effetti off-resonance dovuti a piccole modificazioni del campo magnetico, che influiscono sulla frequenza e la velocità di precessione degli spin.
La tecnica PASL, utilizzata per l’acquisizione TrueSTAR, ha un grosso vantaggio rispetto alla CASL, infatti si va ad eccitare uno slab più ampio in modo da avere la marcatura del sangue molto vicina all’ingresso nello slab di acquisizione, per non perdere la magnetizzazione che invece si ha nella CASL, perché il piano di labeling si trova ad una distanza maggiore rispetto allo slab di acquisizione.
Per migliorare ulteriormente la risoluzione spaziale in direzione di codifica di slice, in futuro sarà possibile applicare gli approcci utilizzati per le angiografie RM che si servono dell’utilizzo del mezzo di contrasto, quali ad esempio, l’utilizzo del riempimento del k-spazio key-hole, che acquisisce una volta la periferia e simultaneamente più volte il centro, per ottimizzare la risoluzione di contrasto. Tutto ciò può essere accoppiato con l’impiego dell’imaging parallelo.
Un piccolo svantaggio causato dalla preparazione della sequenza di tipo inversion recovery con impulsi alternati, risiede nella contaminazione degli spin del sangue venoso derivanti dal labeling, ciò può essere minimizzato scegliendo un’appropriata banda di saturazione per annullare il segnale proveniente dal sangue venoso, oppure aumentando lo spessore dello slab di imaging.
Un semplice metodo per prevenire i possibili artefatti da pulsazione, comunque lievi per la presenza intrinseca del gradiente di compensazione nella sequenza TrueFISP, consiste nell’applicazione del gating cardiaco, in modo da sincronizzare l’acquisizione in una fase determinata del ciclo cardiaco, di solito in diastole. In tal modo è possibile ottenere una risoluzione spaziale isotropica, anche se, al costo di utilizzare meno step di codifica di fase per l’acquisizione.
Le ricostruzioni MIP, che provengono dall’acquisizione TrueSTAR, risultano di migliore qualità se le compariamo con le ricostruzioni provenienti dalle classiche acquisizioni TOF e PC, in virtù del raggiungimento di una miglior risoluzione spaziale e di contrasto.
Se utilizziamo una finestra di visualizzazione di codifica a colori delle immagini acquisite con tecnica TrueSTAR, possiamo evidenziare i vari compartimenti del Poligono del Willis ed eventuali MAV.
Figura 7: Immagini MIP coronali e sagittali derivate dall'acquisizione tramite la preparazione con tecnica ASL [21]
Figura 8: Finestra di visualizzazione a colori [22]
La tecnica in futuro potrà inoltre essere migliorata ed utilizzata maggior frequentemente per studiare i difetti di flusso vascolare a livello delle valvole cardiache, attraverso l’impiego di una base costituita da una sequenza TrueFISP in modalità cine, che permette di acquisire e mostrare il flusso sanguigno a livello delle valvole cardiache, con una singola apnea breath-hold della durata di circa 20 secondi, tutto questo con lo scopo di raggiungere una elevatissima risoluzione temporale.
La sequenza è molto utilizzata su apparacchiature ad alto campo (1,5 T e 3 T), infatti la qualità delle immagini è nettamente superiore rispetto alle apparecchiature a basso campo (es. 0,5 T), perchè l’intensità massima e la slew rate dei gradienti raggiungono livelli elevati.
In particolare se impostiamo la sequenza su un’apparecchiatura a 3T possiamo riuscire ad ottenere un contrasto ottimale tra arterie e vene scegliendo TR lunghi, facendo sì che l’intensità del segnale delle vene periferiche si riduca, favorendo appunto il contrasto con i vasi principali.
Gli sviluppi dell’imaging parallelo nell’angiografia RM ed in particolare nella tecnica TrueSTAR sono importanti, perché non solo aiutano a diminuire il tempo di acquisizione senza perdere troppo SNR, ma aiutano a limitare il blurring, gli artefatti da movimento e le distorsioni dovute agli effetti di suscettività magnetica.
Come già abbiamo accennato nella parte della tecnica e della metodologia, risulta molto importante scegliere il giusto tempo di labeling per marcare gli spin del sangue, in base al tipo di quesito diagnostico. Infatti in caso di pazienti con problemi cardiaci, aventi tempi di circolo lenti, è necessario impostare tempi di labeling più alti di 900 ms, anche se tempi lunghi riducono il segnale finale, dopo l’operazione digitale di sottrazione tra l’immagine di labeling e l’immagine di controllo.
Utilizzando tempi di labeling più lunghi è comunque possibile acquisire i vasi nella loro maggiore estensione.
Per ridurre i tempi di acquisizione, oltre all’impiego dell’imaging parallelo, è possibile impostare il parametro Half Fourier Phase Encoding, denominato dalla casa produttrice Siemens “Phase Partial Fourier”. Esso acquisisce il 53 % del k-spazio e per la proprietà della matrice hermitiana ricostruisce i dati della parte mancante.
Il parametro è applicabile dopo la preparazione della sequenza data dagli impulsi di radiofrequenza che marcano gli spin del sangue, prima che il segnale sia acquisito e letto, con la funzione di riempire i k-spazi delle fette all’interno dello spessore dello slab di imaging selezionato.
Conclusioni
Come detto in precedenza questo lavoro è a carattere scientifico tecnologico, e quindi dobbiamo pensare agli sviluppi futuri che questa tecnica potrà avere.
Secondo me è importante considerare il fatto che l’introduzione di nuove tecniche di riempimento del k-spazio per ridurre i tempi di acquisizione ed aumentare il contrasto delle immagini, insieme alla possibilità di ridurre l’intervallo di tempo tra la marcatura degli spin del sangue e l’acquisizione vera e propria, ottenendo un procedimento sottrattivo migliore, permetterà alla tecnica di svolgere un ruolo di assoluto primo piano nella diagnosi di patologie dei vasi.
Questo percorso volto al miglioramento continuo delle tecniche avanzate di Risonanza Magnetica dovrà portare ad un minor utilizzo dell’angiografia a sottrazione digitale o della TC con mezzo di contrasto, che sfruttano l’utilizzo dei raggi X ed hanno molte controindicazioni per il paziente, anche per l’impiego di elevate quantità di MDC, facendo sì che l’angiografia RM basata su tecnica ASL diventi la metodica gold standard per la visualizzazione di eventuali patologie vascolari.
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